Siamo nell’ottobre del 1937 e si aprono le scuole fasciste, elementari e superiori.
Cosa pensare delle “oceaniche” folle di bimbi e ragazzi che nelle loro divise, si avviano marziali e festosi negli “austeri” edifici e nelle aule? O cosa provavano loro? Cosa avranno vissuto e pensato solo sei anni dopo questi bambini, tra cui i figli di Bottai e Galeazzo Ciano, qui ripresi a confabulare complici e compagni di banco?
Sei anni dopo…
Cosa pensavano e sentivano i bambini di questo film dell’archivio Luce quando nel novembre del 1943, in piena guerra, e bombardamenti, erano ripresi in pochi, puliti e ben vestiti, all’apertura delle scuole, con il ritorno alla “normalità”, come recita il commento? Immagini che non fanno pensare a una guerra in corso, se non per il cartello affisso all’ingresso della scuola che lo ricorda (in una frazione di secondo). Le aule sono riprese, al contrario di quanto accadeva prima e di quanto accadrà poi, solo con scorci e totali sui banchi occupati dagli alunni, rigorosamente divisi in aule per “maschi” e aule per “femmine”. Non viene mai inquadrata la cattedra e non possiamo vedere le immagini/simbolo delle autorità dello Stato affisse. Chissà quali saranno state le foto appese sulla parete nel giorno delle riprese.
Nello stesso cinegiornale, della serie C dei Giornale Luce (quelli prodotti dal regime fascista in tempo di guerra), altre tre attualità, una delle quali riguarda l’ “attacco criminoso” al Vaticano, il bombardamento … ma questo lo possiamo sapere solo facendo la ricerca per codice del numero del cinegiornale, C0379. Su You Tube e sul sito dell’archivio Luce infatti si perde il contesto di produzione del documento, presentato come singolo e non legato alle altre “attualità” dello stesso numero.
Dal 1943 al 1948.
La vita riprende “normale” anche qui e, scherzosamente, il commento e le immagini comunicano all’improvviso l’impossibilità di questa “normalità”, dal momento che i bambini debbono condividere, con dei turni, gli stessi edifici con i senza tetto, i profughi, che hanno perso tutto o quasi durante la guerra, a causa dei bombardamenti. Mentre in altre città e paesi d’Italia negli anni quaranta e cinquanta questi erano i bambini che andavano a scuola.

Fondo Vie Nuove, Scolari, 1953 (copyright Fondazione Aamod e Fotopromemoria

Fondo Vie Nuove, Scolari a Francolino (FE), 1946 (copyright Fondazione Aamod e Fotopromemoria
Si consigliano alcune attività in classe con gli studenti, tra quelle indicate nella sezione Didattica e strumenti. In particolare per l’analisi dei film e delle fotografie si rinvia alle dispense della Library of Congress.
Ho trovato questo articolo molto emozionante… un tuffo nella storia, utile.
Grazie.
Grazie, anche per il tuo interessante blog!
Condivido il giudizio di Rosa Tiziana; l’articolo è emozionante e ricchissimo di spunti, così come tutto il blog, che frequenterò assiduamente. Grazie!
Grazie Vincenzina! Mi fanno molto piacere i vostri commenti e sono contenta che il post susciti curiosità ed emozioni.
Condivido i commenti precendenti e poi per me è un ulteriore approfondimento di quello che mi ha raccontato mia madre di quel triste periodo.
Grazie!
Grazie Ivana :).
grazie!
Bellissimo! Lo studio della storia fa intuire il “sapore” di un’epoca non vissuta direttamente. Questi filmati ci fanno cogliere questo “sapore” mostrandoci momenti di vita quotidiana.
C’era una volta un vecchio chiamato amore,
c’era una volta un giovane chiamato amore
perche’ c’era una mare molto profondo chiamato cuore!
BY GIUSEPPINA!
P.S.: significa Non e’ mai Troppo Tardi per Capire, non ci sono regole storiche ma BATTITI!!!
Grazie :)).
Momenti diversi e “finalità” diverse per i tre video. Ma in nessuno di essi si vede molta gente sovrappeso…
Bello poi il contrasto fra le scuole di pregio, nei video, e quelle “di periferia” delle foto.
Molto bello. Grazie. All’effetto evocativo delle immagini il lavoro su questo interessante e ricco blog consente di abbinare proficui elementi per un approfondimento critico della storia contemporanea. Piero
Oggi non cadono più le bombe “vere”, non ci sono più sfollati nelle scuole, ma viviamo anche noi una apparente “normalità”.
Bottai, ministro della cultura, nel 1938 pubblica la “Carta della Scuola”, che non troverà applicazione a causa della guerra. La cosa interessante sono alcuni lemmi che vengono utilizzati nella sua “carta”: obbligo scolastico, servizio scolastico, libretto scolastico personale: una sorta di portfolio, antelitteram, introdotto nella nostra scuola con la riforma Moratti:
http://www.indire.it/conten /index.php?action=read&id=445
Questo e altro nell’articolo: Vecchietti, Giorgio. Come funziona la nuova scuola, “La Stampa”, 73, 45, (22 febb. 1939), p.1; disponibile all’indirizzo:http://www.archiviolastampa.it/
Vorrei chiederti, in quanto esperta in fonti filmiche e fotografiche, se ti è mai capitato di trattare fonti relative al Quartiere Macao- Castro Pretorio, nel periodo che va dal 1870 al 1950-60. Ti invio il link al catalogo della mostra sul quartiere Macao che ho prodotto lo scorso anno: http://www.ismachiavelli.eu/pags/spip.php?article661.
Complimenti .
Fabrizio Melchiori
“A SCUOLA”? MATERNA, ELEMENTARE, MEDIA, SUPERIORE, UNIVERSITA’! CI SI DIVERTE DA MORIRE!