La marcia fascista su Roma, novanta anni fa – The fascist march on Rome, ninety years ago

Come raccontare e spiegare il fascismo ai ragazzi? Oltre la metà del patrimonio dell’archivio dell’Istituto Luce lo documenta con le immagini. Come però dare un ordine alle centinaia di migliaia (milioni) di documenti filmici e fotografici? Come sceglierli e costruire percorsi? Come decodificare, svelare, mostrare il linguaggio della propaganda fascista agli studenti? 

Intanto possiamo dolorosamente ricordare che 90 anni fa avvenne la marcia dei fascisti su Roma… invece di raccontarlo con le parole scritte o verbali possiamo iniziare a far vedere un documento che gli storici contemporaneisti (salvo eccezioni, forse) non conoscono o non citano mai nei loro libri, tanto meno nei manuali di Storia. Eppure, questo documento svela anche delle inesattezze, e spesso delle omissioni sulla durata della marcia, riportate o meno in diversi manuali di storia, per esempio su dove fosse e cosa facesse Mussolini in quei giorni… scopritele, vedendo il film “A Noi!” del 1923, girato nel 1922. Il “Film Ufficiale del Partito Nazionale Fascista”, “regia” di Umberto Paradisi, nelle prime immagini mostra il documento con la dichiarazione del PNF, secondo la quale il film è stato realizzato “per la rappresentazione ufficiale dei memorabili avvenimenti…”, dunque per la trasmissione della loro memoria (sigh!).

L’abstract che segue in realtà è una trascrizione parziale dei cartelli del film muto. Ne mancano diversi, come per esempio quello che riporta la scritta “Santo Manganello”, che accompagna le immagini dei fascisti che posano felici brandendo i manganelli.

Il documento non si rintraccia facilmente. Sul sito dell’archivio Luce e cercando per esempio con le parole “Marcia and 1922″, il film documentario in questione non si trova subito, a meno di non inserire direttamente il titolo nella stringa di ricerca. Bisogna cliccare nella sezione “Documentari”.

Il film rivela drammaticamente quello che sarà il regime fascista con i suoi “valori”. Sul sito del progetto “CinecittàLuce-Camera dei Deputati”, alla pagina specifica si può visionare a una risoluzione migliore rispetto a quella sul sito dell’archivio Luce. Scorrendo la pagina, sotto il video, troverete informazioni dettagliate, con la descrizione analitica delle immagini. Un bell’esercizio anche per gli studenti. Ma tristemente sorprendente sarà la lettura dei cartelli, tra una inquadratura e l’altra del film, e la “vista” delle persone riprese con i loro atteggiamenti (possono davvero avere l’effetto di uno shock!).

Quando lo mostrai la prima volta agli studenti della laurea triennale in Scienze archivistiche e librarie de “La Sapienza”, calò improvvisamente il silenzio.

Un esercizio per gli studenti potrebbe essere quello di confrontare gli episodi della marcia (che in questo documento filmico comprendono per l’appunto anche diversi giorni precedenti il 28 ottobre come un unico grande evento) con quanto riportato sui manuali di storia, oppure nella ricostruzione della marcia su wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Marcia_su_Roma

23 thoughts on “La marcia fascista su Roma, novanta anni fa – The fascist march on Rome, ninety years ago

  1. Hai ragione è un documento di cui non avevo mai sentito nemmeno accennare… grazie della segnalazione… pur ricordando eventi tristissimi per il nostro Paese, credo sia un dovere quello della memoria, soprattutto in un Italia dove si dimentica troppo facilmente…
    Contestualmente, il fatto che non possa esser trovato con l’etichetta “Marcia su Roma” (che manca effettivamente nell’elenco delle keywords riportate in calce al video) pone in evidenza il problema di come vengano scelti i metadati per queste fonti… (questione troppo spesso sottovalutata)…

  2. Esempio di uso delle fonti digitali di estreme interesse perché illustra chiaramente uno dei nuovi paradigmi della storia digitale: la relazione significante fondamentale tra la meta-datazione delle fonti e la capacità tecnica dei ricercatori ed educatori di trovarle. Nel web 3.0 si dice che le informazioni sulle fonti saranno addirittura più importanti delle fonti stesse (?). Dalle due parti archivista e storico, ci vogliono nuove professionalità adattate al digital turn. Il campo della Public History dovrebbe permettere anche di rispondere a questi nuovi bisogni professionali integrandoli. Oltre alla riflessione metodologica, grazie Letizia anche per avere condiviso questo filmato assolutamente eccezionale e come sottolinea lei, non proprio conosciuto !

  3. Rispondo a entrambi i commenti precedenti ringraziando moltissimo per le riflessioni e l’attenzione, concordando con quanto scritto. C’è magari da sottolineare che per fortuna la maggior parte dei documenti dell’archivio dell’Istituto Luce sono “metadatati” bene e soprattutto accessibili e visionabili on line (quindi utilizzabili didatticamente). Altri incredibili patrimoni di risorse digitali sul web presentano le criticità segnalate, per esempio gli stessi giacimenti della Library of Congress (nei cui confronti ho già espresso il mio entusiasmo); o i patrimoni condivisi in progetti come “Europeana”. Forse non basta “soltanto” l’uso appropriato dei metadati per rendere fruibili, accessibili, usabili questi giacimenti. Le ricerche e il lavoro sul web semantico sono e saranno sempre più preziosi (con quali tempi? e con quanto lavoro di adattamento, riconversione, etc.?). Forse occorre anche altro, accanto al furore della digitalizzazione a tappeto. Per esempio l’organizzazione e la realizzazione di percorsi tematici e di strumenti “editoriali” nuovi per la comunicazione delle risorse digitali (non solo per la loro rintracciabilità), con nuove figure di operatori e mediatori culturali, esperti, che possano orientare, suggerire, accompagnare (come in un archivio o in una biblioteca) nell’esplorazione degli “archivi” digitali, conoscendone bene i contenuti e i loro contesti. La Library of Congress questo lavoro lo svolge, così come lo svolgono i NARA.
    Per quanto riguarda questo documento in particolare (ne potrò citare altri in futuro) credo che il problema non sia solo nella difficoltà di recupero, ma anche nel persistere della diffidenza da parte degli storici come di altri studiosi nei confronti delle fonti filmiche (prima ancora che digitali 🙂 nonché fotografiche. Diffidenza minore verso le fonti orali. Queste fonti sono realmente cercate, utilizzate, esaminate, studiate dagli storici (a parte le poche e ben note eccezioni)?. Grazie ancora!

    • Ciao Letizia,
      grazie per le belle parole sulla catalogazione del Luce. Aggiungo solo un paio di precisazioni: se inserisco in ricerca libera marcia and 1922 il documentario A noi è il primo che viene visualizzato. Il primo tra i documentari ovviamente. Nell’esito di ricerca a sinistra vengono visualizzati prima i cinegiornali e poi i documentari.
      D’altro canto se inserisco marcia su roma sia in libera che in avanzata nelle chiavi tematiche anche in questo come primo documentario avrò A noi. Diverso ovviamente il discorso se metto marcia and 1922 nel titolo. Ma il documentario si intitola A noi quindi non potrebbe essere altrimenti.
      Dunque il problema non è certamente la difficoltà di reperire questo documento quanto la volontà di cercarlo. Lo dico a ragion veduta: ho curato gli authority, seguo il lavoro di catalogazione del Luce da anni. Spesso mi trovo a parlare con docenti universitari e professori e vi assicuro che nella migliore delle ipotesi a stento conoscono l’esistenza di questo archivio. Le colpe vanno sicuramente ripartite tra chi non si informa, starei per dire non mostra curiosità, e chi fa effettivamente poco per far conoscere di più il suo immenso patrimonio. Da questo punto di vista potrebbe essere utile, e quindi lo segnalo, l’approdo su youtube di parte dei filmati dell’archivio Luce:
      http://www.youtube.com/cinecittaluce
      Per chi volesse saperne di più rimando a un articolo scritto in occasione della presentazione di questa iniziativa
      http://www.regesta.com/2012/07/05/l%E2%80%99archivio-luce-su-youtube/

      • Caro Massimo,
        grazie a te! Le tue precisazioni saranno utilissime. Il tuo lavoro è molto prezioso. Concordo con te, come del resto ho già scritto, che un problema sia quello della difficoltà da parte degli studiosi all’uso di queste fonti e quindi anche la mancanza di volontà di ricerca e di curiosità per il loro reperimento on line. Problema non solo degli studiosi ma per esempio degli insegnanti. Non credo ci siano colpe. Mancano un’educazione e un’alfabetizzazione più diffuse. E credo anche che la mole di risorse digitali sia talmente vasta che anche con una efficace organizzazione di authority e metadati, diventi per loro difficile riuscire a sperimentarsi con la ricerca nelle banche dati on line. Penso che nuove figure professionali, sorta di “mediatori culturali multimediali” che propongano percorsi, conoscendo bene il contenuto dei patrimoni, anche con nuovi prodotti/percorsi multimediali tematici, da affiancare alle banche dati, siano auspicabili. Alcune esperienze già ci sono…. a cominciare proprio dall’Archivio Luce, forse un po’ frammentarie. Difetta anche la comunicazione e la diffusione di molti progetti… E’ chiaro che per tutto ci sia un problema di risorse e di investimenti. Ma pensando soprattutto al mondo della scuola… come sarebbe utile!

  4. Purtroppo non è facile spiegare quella triste verità. Io sono di Affile, un paesino di 1400 anime che è sotto le luci della ribalta per il Mausoleo che il sindaco ha fatto costruire alla memoria del “macellaio” Rodolfo Graziani. Ne avete sentito parlare?? Un mausoleo costato 180.000 euro!!! Pensare che sono due anni che insisto per far aprire una biblioteca, anche gestita da volontari. Niente da fare, non ci sono soldi: questa è la risposta. La cosa più triste è sentire ragazzi di 30 anni, se non più giovani, che si proclamano orgogliosi di essere fascisti. Che dire? La parte “anti”, me compresa, ce la sta mettendo tutta e non smetteremo finché le cose non cambieranno. Se qualcuno volesse darci manforte, sarà il benvenuto!

  5. sto scrivendo su Affile e il mausoleo per la rivista torinese di storia Historia Magistra, spero sia pubblicato quanto prima, se non lo sarà ne parlerò altrove. Quanto condivido quello che ha scrittolei Rossella (ha tutta la mia solidarietà) e quanta mancanza di diffusa cultura pubblica della storia e della storia del fascismo in particolare c’è in Italia. Parlare di Graziani si può fare in mille modi anche ad Affile, ci vogliono storici pubblici non chi oggi fa politica con la memoria acritica della storia

    • La cosa pazzesca è che chi la pensa come me, viene tacciato di non conoscere la storia e siamo continuamente invitati ad andarcela a studiare!! In opposizione a questo c’è stata una manifestazione anti-fascista in settembre, con una mostra fotografica davanti alla quale anche i sassi si sarebbero commossi. La risposta? Gli affilani presenti erano forse 20. I fans di Graziani hanno pensato bene di spargere la voce che si sarebbero potuti verificare atti di violenza: immagini che reazione da parte di un popolo per la maggior parte anziano.. Ma la cosa peggiore è stata la presenza di ben 80 membri della forza di polizia e carabinieri, con tanto di posti di blocco! La invito a visitare Affile e a rendersi conto dell’assurdità di questo atto. Nonostante questo continuo a credere che le persone possano cambiare. Forse ci vorrà tempo, ma è bene intanto non lasciare nulla di intentato. Grazie davvero della solidarietà!

      • Come non detto… mentre le scrivevo Rosella, lei stava rispondendo. E’ davvero pazzesco quello che riporta. Bisognerebbe continuare a sensibilizzare anche i quotidiani. La cosa più terribile è lo scempio che si fa sul “corpo” della storia (e i corpi delle persone), con questo uso pubblico strumentale (anche nel negare), ma vorrei trovare un altro termine. Oggi Daniele Vicari parlando ad una lezione di come lui mostri un “fatto” in un film (vedi Diaz) spiegava come non gli interessasse fare storia con il film o raccontare la storia attraverso il cinema, ma focalizzare il dettaglio per mostrare le implicazioni crudeli, psicologiche, che rivelano l’assurdo. Mi domando come spiegare a degli studenti le reazioni di spettatori, anche giovani, di rifiuto (il negazionismo di qualunque tipo) di fronte all’evidenza… di una foto o di un documento di qualunque tipo. Come si può spiegare senza essere banali? Come raccontare la violenza anche di stato a un ragazzo?

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