Antonio Grassi, il fotoreporter timido ed estroso e il suo patrimonio di immagini

La Società napoletana di storia patria ha recentemente acquisito, alla fine del 2022, il corpus di fotografie del fotoreporter napoletano Antonio Grassi (Napoli 22 marzo 1923 – Napoli 27 giugno 1985). Un corpus donato dalla vedova, la giornalista Eleonora Puntillo, sul quale è in corso il trattamento, con l’analisi e lo studio dei materiali, della loro sedimentazione e dei contenuti.

Antonio Grassi nel 1947 a Napoli, fotografia custodita da Eleonora Puntillo in un album di famiglia

Prima di presentare la figura poliedrica e le tante attività di questo importante e sorprendente fotoreporter e operatore cinematografico, si forniscono, in sintesi, le caratteristiche e la storia di questa “collezione”, ricostruite e tuttora in fase di messa a punto e arricchimento, grazie alla collaborazione con la moglie di Antonio Grassi, Eleonora Puntillo, che partecipa attivamente al progetto di recupero e valorizzazione delle fotografie e della memoria dell’attività svolta dal marito.

Questo patrimonio è costituito da circa 8000 negativi, pellicola Gevaert, 6×6 cm, alla gelatina ai sali d’argento, relativi a servizi di cronaca politica, sociale, culturale, di costume, di promozione turistica, riguardanti Napoli e “dintorni”, databili tra gli anni cinquanta e sessanta del Novecento. Si tratta del periodo in cui Antonio Grassi lavora presso il giornale «Roma», durante l’amministrazione e la parabola politica di Achille Lauro.

Nel profilo biografico, di seguito tracciato, sono riportate le numerose testate giornalistiche con le quali Grassi ha collaborato, oltre che con il «Roma».

Fanno parte del corpus documentario anche 250 diapositive della Kodak, inoltre circa 700 strisce di pellicole negative, 35 mm., 25 diapositive a colori su pellicola 6×6 cm. Infine, 50 stampe positive (18×23 cm.), in bianco e nero dei primi anni settanta del Novecento, accuratamente scelte da Grassi per presentare il suo lavoro presso le testate giornalistiche. Sono fotografie di strada, che potrebbero rientrare nella corrente umanista, e costituiscono un toccante ed empatico racconto sociale e umano di Napoli, delle sue genti, soprattutto dei bambini.

Attualmente sono in corso le seguenti attività sui negativi 6×6 cm. conservati e organizzati da Grassi con l’aiuto della moglie Eleonora, in bustine di carta che riportano la denominazione manoscritta del servizio, a volte il timbro del fotografo e la data:

  • dopo l’esame dello stato di conservazione (tra il mediocre e il discreto per la maggior parte dei materiali, solo raramente sono state riscontrate condizioni pessime), si procede a interventi di spolveratura meccanica, di pulizia con alcool isopropilico e identificazione delle tecniche e delle materie
  • inventariazione su foglio excel e su etichette apposte sulle buste a norma (conservando a parte le bustine originali)
  • condizionamento delle pellicole in materiali a norma, idonei alla conservazione, acquistati presso La Fototeca di Elvira Tonelli
  • catalogazione secondo la normativa F 4.0 (livello precatalogo), su piattaforma Metafad, del Polo digitale degli istituti culturali di Napoli per servizio (unità archivistica). Creazione di una scheda madre (tra le criticità della piattaforma, l’assenza di una scheda Fondo) che individua la collezione e la descrive nel suo complesso, alla quale sono relazionate le schede servizio/unità archivistica
  • creazione di una scheda autore (soggetto produttore) e di schede bibliografiche. Tutte le schede sono e saranno a mano a mano arricchite grazie alla collaborazione di storici e giornalisti ai riconoscimenti dei personaggi, dei luoghi, delle occasioni
  • digitalizzazione, a campione per servizio, a media e bassa risoluzione dei negativi, ai fini della fruizione on line, insieme alle schede, i cui file (nuove entità digitali) sono custoditi anche su Portable storage Toshiba in duplice copia in due luoghi differenti. La possibilità di visionare i file digitali consente di non manipolare eccessivamente i negativi analogici, messi in sicurezza. Per la digitalizzazione massiva e a fini conservativi secondo le linee guida del PND saranno necessarie ulteriori risorse
  • la piattaforma Metafad presenta diverse criticità, ma, pur nelle carenze e nei limiti delle funzionalità più volte segnalati, consente anche la creazione di metadati di descrizione dei file digitali, secondo gli standard tecnici e strutturali di riferimento

Purtroppo, i negativi delle fotografie e il girato dei servizi e dei documentari, realizzati da Grassi prima degli anni cinquanta, sono andati dispersi. Eleonora Puntillo sostiene, in merito ai film girati dal marito, prima per l’esercito italiano, poi per conto degli alleati inglesi, quindi per la televisione americana, che egli avesse un’abilità speciale nel realizzare il “montaggio interno”, che gli consentiva di “confezionare” subito la maggior parte dei servizi che trasmetteva ai committenti.

Per quanto riguarda materiali di corredo, registri, carteggi, agende, nulla è stato al momento ritrovato dalla moglie, che conserva rassegne stampa sul marito, gli amici e i colleghi giornalisti, sulle diverse attività svolte, inoltre alcuni quotidiani con le inchieste del marito e le fotografie di famiglia, oltre macchine e altra strumentazione utilizzate da Antonio Grassi.

Antonio Grassi

“Intelligente ed estroso, di carattere schivo e riservato, Antonio Grassi, [nato a Napoli nel marzo 1923], godeva stima unanime, sia per le doti professionali che per quelle umane, per il suo carattere garbato e dolce. Gli amici ritenevano che molto di più egli avrebbe potuto realizzare se avesse costretto in linee più rigorose la sua fantasia, il suo modo d’artista col quale vedeva la vita. Ma soddisfazioni non gli erano mancate e non gli mancavano”… Questo si legge, tra altro, di Antonio Grassi nel necrologio pubblicato su Napolinotte venerdì 28 giugno 1985, giornale con il quale egli collaborava. 

Antonio Grassi a Napoli nel 1942, Foto privata dall’album di famiglia, conservato dalla moglie Eleonora Puntillo

Chi scrive lo immagina da giovane… allegro, intelligente e creativo, un ottimista, nonostante tutto: il fascismo, la guerra, i bombardamenti. Un bel ragazzo, che forse voleva assomigliare a Clark Gable, come racconta la moglie Eleonora Puntillo e come sembrerebbe dalla foto sopra, del 1942. Un giovane interessato alla fotografia e al cinema, che a soli quindici anni inizia a praticare queste sue passioni come amatore. 

“Fino al 1938 attività dilettantistica foto e cinematografica”. Nel 1939 collabora “con l’Agenzia fotografica “Fotoattualità” di Giuseppe Di Natale a Napoli (corrispondenze con giornali italiani ed europei)”.

Antonio Grassi esordisce così nel suo curriculum dattiloscritto e firmato l’8 maggio 1971. 

Un fotografo, un uomo, che si fa amare subito, guardando i suoi ritratti, le sue fotografie… È riscoperto dopo gli anni ottanta, grazie anche alle memorie e alle attività svolte insieme alla moglie, la giornalista, redattore e inviata de «l’Unità» , poi responsabile delle pagine napoletane di «Paese Sera» , Eleonora Puntillo. Riscoperto in anni successivi, quando la sua attività è stata valorizzata nel bel saggio di Maria Antonietta Picone Petrusa,  La fotografia a Napoli nel secondo dopoguerra, in Fuori dall’ombra Nuove tendenze nelle arti a Napoli dal ’45 al ’65, Elio de Rosa Editore, Napoli, 1991 (pp. 421-430). 

Ultimo di dieci figli. Il padre, Luigi Grassi, era funzionario al Banco di Napoli, per il quale trasportava ad Amsterdam preziosi, con la passione per la musica: faceva parte di un quartetto di mandolinisti classici, che suonò a San Pietroburgo, a inizio Novecento, per lo zar Nicola II. La madre, Orestina Gallo, casalinga colta, annoverava tra i suoi avi il giurista e filosofo Francesco Mario Pagano. Il fratello primogenito, Ernesto, si dedicava al giornalismo ed era tra gli inviati speciali di Mussolini. Appassionato di teatro, era critico e autore di diverse commedie, la più nota delle quali è “Ventiquattr’ore di un uomo qualunque”, scritta nel 1936, in cui alcune atmosfere anticipano quel clima che caratterizzerà la stagione politica de L’uomo qualunque di Guglielmo Giannini, nel secondo dopoguerra. Curiosità: i figli di Ernesto, Gino e Franco erano coetanei dello zio, Antonio.

Per saperne di più sul fratello di Antonio Grassi, Ernesto, si rinvia all’interessante voce sul Dizionario Biografico degli Italiani de La Treccani.

Antonio Grassi durante la guerra, nel 1941, si diploma alla Regia scuola secondaria statale di avviamento professionale industriale, in “Arte fotografica”. 

Antonio Grassi a Napoli nel 1941, appena diplomato, dall’Album di famiglia custodito dalla moglie Eleonora Puntillo

A 18 anni lo troviamo al fronte, con l’incarico di documentare le operazioni logistiche e militari. Dopo il 1943, una rocambolesca serie di eventi lo porta nel Nord della Francia a riprendere i bombardamenti tedeschi in Gran Bretagna. Rimpatriato per una malattia indotta, eccolo in Sicilia, dove si consegna agli alleati inglesi, iniziando a collaborare con loro e risalendo l’Italia liberata, a mano a mano, fino a Napoli. È incaricato presso l’Ammiragliato britannico quale esperto in materiali di artiglieria e responsabile del deposito O.C.A.S. (Officier Charge Armament Supplies) a Villa Fiorita. Da qui partivano i rifornimenti di materiali bellico per le navi alleate impegnate in operazioni di sbarco sulla costa italiana, per esempio ad Anzio. Come responsabile riuscì a scongiurare un disastro facendo cadere in mare un camion carico di siluri che si era incendiato in una grotta, riuscendo a lanciarsi fuori in tempo dall’automezzo.

Non ha mai smesso di documentare il suo paese, tra guerra e liberazione, prima per l’esercito italiano, poi per gli alleati. Quanto realizzato allora è purtroppo disperso, forse in parte ancora conservato negli archivi inglesi, come racconta Eleonora Puntillo durante una conversazione con chi scrive. 

Nel dopoguerra, collabora con il fotografo e produttore cinematografico Roberto Amoroso (il cui fondo fotografico del periodo fascista è consultabile on line sul sito dell’Archivio Luce), quindi partecipa alla rinascita sociale e culturale dell’Italia e del Sud: operatore in alcuni capolavori del cinema del neorealismo – Paisà, Sciuscià… -, accanto a De Sica, Zavattini, Rossellini. Partecipa alla fondazione della rivista culturale «Sud» (1945-1947), ideata da Pasquale Prunas, figlio del colonnello comandante della Nunziatella. Qui conosce Anna Maria Ortese, con la quale condivide una stagione sentimentale.

Per un approfondimento dell’importante ruolo culturale e artistico svolto da «Sud» – rivista che contribuì a portare in Italia le avanguardie artistiche americane e diffuse la cultura artistica più sperimentale e innovativa, così quella cinematografica e fece scuola: di poesia, grafica e design, letteratura -, si rinvia al citato volume Fuori dall’ombra Nuove tendenze nelle arti a Napoli dal ’45 al ’65, Elio de Rosa Editore, Napoli, 1991.

Antonio Grassi, nel solco del rinnovamento, della rinascita, del nuovo clima di ricerca di realtà e verità tra la fine della guerra e i primi anni cinquanta, collabora anche con «Vie Nuove» e altre riviste del periodo della ricostruzione. Dal 1950 è assunto come redattore e fotografo del «Roma», dove lavora per dieci anni, seguendo e rappresentando le vicende politiche, sociali, economiche, culturali, del costume, soprattutto a Napoli e in Campania. Sue le tante campagne elettorali al seguito di Achille Lauro e dei rappresentanti principali del Partito monarchico popolare. Uno sguardo non sempre asettico e distaccato, il suo, seppure sempre professionale. In quegli stessi anni collabora, come cineoperatore e giornalista, con la NBC – National Broadcasting Company, la radiotelevisione statunitense nata nel 1926. 

Nel 1960 lascia il «Roma» per dedicarsi con più libertà ai propri interessi: alla documentazione scientifica, medica, chirurgica, speleologica, industriale, allo studio delle tecniche grafiche antiche e moderne … Arriva a «l’Unità» nei primi anni sessanta, dove trova la compagna della sua vita, la giornalista e scrittrice Eleonora Puntillo, con la quale inizia anche un sodalizio professionale, all’insegna innanzitutto dell’impegno sociale e politico, militante, contro lo scempio edilizio e urbanistico a Napoli.

Nel video che segue, Eleonora Puntillo si racconta e narra, in una bella videotestimonianza a cura di Lux in Fabula, proprio gli anni delle battaglie, e delle vittorie, contro l’abusivismo a Napoli  e contro “le mani sulla città”

Tra gli anni cinquanta e i settanta del secolo scorso collabora inoltre con il Tribunale di Napoli e con gli Ospedali Riuniti per bambini. Ha anche rapporti professionali con gli editori Rizzoli e Mondadori e con i seguenti giornali, oltre quelli citati: «Il lavoro illustrato», «Conquiste del lavoro», «Settimo giorno», «Le Ore», Cronache», «L’Europeo», «La Stampa», «Il Messaggero», «Il Mattino», «Civiltà delle macchine», «Il Tempo», «il Giorno», «Il Settimanale», «Paris Match»…

Come cinereporter, tra la fine degli anni sessanta e gli anni settanta, è in contatto con la Unitelefilm (UTF) e il Pci, corrispondente da Napoli e dal Meridione per la documentazione filmica di eventi collettivi, manifestazioni, inchieste. Si tratta di girati, materiali non finiti, custoditi all’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico insieme a documentazione cartacea che attesta il rapporto con Mario Benocci, alla dirigenza della società di produzione UTF, Paola Scarnati e Adolfo Costa. Si segnala il seguente film non finito, realizzato da Grassi e relativo all’ 8° Congresso dell’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, svoltosi a Napoli nell’ottobre 1968:

Antonio Grassi, durante gli anni settanta del Novecento, approfondisce i temi legati all’inchiesta sociale e le sue fotografie e reportage per varie testate lo dimostrano.

Sue le immagini, anche queste custodite all’Archivio audiovisivo Aamod, che documentano il 1° maggio a Napoli nel 1979. Altri film non finiti di Grassi sono a Roma all’Archivio audiovisivo, ma non sono stati ancora digitalizzati.

Nella foto che segue Antonio è con la moglie Eleonora alla redazione de «l’Unità», a commentare insieme l’avanzata del Pci alle elezioni del 1976.

Foto ricordo inviata in file a Eleonora Puntillo da amici

Sul solco di questo impegno si inserisce l’appassionato coinvolgimento di Antonio Grassi, durante i giorni del terremoto del novembre 1980 in Irpinia, ma che investe tutta la Campania e la Basilicata. Grazie alla sua attività di radioamatore insieme ad altri registra le voci dei soccorritori, che parlano tra loro, aiutando le operazioni in corso nei giorni terribili durante e dopo il terremoto, raccogliendo segnalazioni, richieste di aiuto, per il salvataggio di tante persone. Un materiale preziosissimo. L’unica rete che funzionava in quei giorni terribili era quella dei radioamatori. Antonio Grassi ha poi trascritto tutte le radiocronache: queste e le registrazioni sono conservate dalla moglie Eleonora.

Paese sera, lunedì 24 novembre 1980, p. 3

Un’attività versatile e continua, in Italia, ma anche all’estero, fino alla fine. Le sue collaborazioni con televisioni e giornali esteri sono ancora tutte da ricostruire e da scandagliare sono gli archivi inglesi e statunitensi. Si legge, per esempio, su un necrologio a lui dedicato, del suo cine reportage, per la NBC, sulle fasi della “liberazione di Algeri”, nei primi anni sessanta («Il Mattino», anno XCIV, Venerdì 28 giugno 1985).

Nel 1972 Eleonora Puntillo e Antonio Grassi si sposano quando il filglio Paolo, anche lui futuro giornalista, ha compiuto tre anni. Un legame forte e tenero, come pochi, spezzato improvvisamente, in modo traumatico, nel 1985. Restano, bellissime, anche diverse foto private realizzate da Antonio Grassi marito e padre, che ritraggono con commozione Eleonora e il piccolo Paolo in casa a Napoli, in diverse località di vacanza, in casa di amici e parenti. Foto custodite da Eleonora che con generosità acconsente alla loro pubblicazione qui.

Ringrazio Renata De Lorenzo, Presidente della Società napoletana di storia patria, per avermi consentito di iniziare a studiare e trattare questo prezioso patrimonio.

Ringrazio Eleonora Puntillo per la generosità e la disponibilità. È stata una gioia averla conosciuta, soprattutto un onore ricevere la sua fiducia e poterla incontrare e frequentare.

Eleonora di fronte a me (fuori campo), mentre racconta del marito, sorseggiando insieme un buon caffè dalle tazzine che erano sue e di Antonio (aprile 2023).

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