Eccomi, dopo più di un anno di lavoro intenso, tuttora in corso, dedicato a un ampio progetto, iniziato all’università durante l’ultimo corso tenuto come titolare dell’insegnamento di Storia e fonti del documento audiovisivo alla Scuola di specializzazione in beni archivistici e librari de La Sapienza.
L’idea principale è stata quella di unire la formazione sugli aspetti scientifici del trattamento dei beni culturali, quali le immagini fisse e in movimento, al loro uso per la didattica della storia, ad esperienze di raccolta di fonti di famiglia accompagnate da narrazioni partecipate, coinvolgendo studenti universitari, studenti delle scuole medie e i loro docenti, nonché le famiglie.
Le attività del progetto hanno cercato quindi di costruire reti virtuose di soggetti – operatori culturali di istituzioni che conservano patrimoni audiovisivi e fotografici, docenti, studenti e famiglie, studiosi -, al fine di diffondere e creare competenze nell’ambito della film literacy e della visual history, ma soprattutto competenze all’uso delle fonti fotografiche e audiovisive anche per narrazioni partecipate di storie e memorie di famiglia, o territoriali e di comunità, nei contesti della storia generale. Quindi un’esperienza di public history.
L’obiettivo forse più ambizioso è stato ed è quello di partire sì dalle fonti di famiglia, non solo per ricostruire storie e scoprire memorie personali, ma per arrivare a sviluppare una rete anche “sentimentale” di confronto e dialogo tra ragazzi e adulti alla scoperta di radici e di moti affettivi spesso analoghi, di attitudini simili rispetto alla vita e alla storia, pur nella diversità delle provenienze, delle mentalità, delle scelte umane, politiche, religiose.
Il progetto ha portato alla realizzazione di due siti sui quali sono pubblicati i risultati delle numerose attività svolte.
Sul sito www.fontivisive.wordpress.com si trovano, oltre i materiali e gli strumenti relativi al corso di Storia e fonti del documento audiovisivo, le narrazioni di alcuni studenti che hanno, dopo aver selezionato alcune immagini di famiglia, catalogato le fotografie con la scheda F 4.0, livello precatalogo, quindi proposto alcuni racconti, analizzando le fotografie anche dal punto di vista dei linguaggi specifici.
Sul sito www.sguardiestorie.wordpress.com sono pubblicati i risultati di un progetto più ampio e articolato che ha visto il coinvolgimento nel corso di alcuni mesi, durante l’anno scolastico in corso, di tre terze medie della scuola Viale delle Acacie a Napoli. Grazie alla collaborazione e all’impegno fondamentali di quattro insegnanti, i ragazzi sono stati coinvolti nella raccolta di documenti di famiglia, non solo fotografie, e nella presentazione di queste fonti, sia per quanto riguarda i loro codici specifici, sia con libere narrazioni di storie di famiglia, nel contesto di storie relative al paese. Sono state organizzate anche delle categorie tematiche, per consentire la navigazione tra le fonti e i racconti di famiglia. E’ stato quindi messo a punto un soggettario, di carattere storico-economico e sociale.
Il progetto è consultabile a questo link. In uno degli ultimi post si può leggere un bilancio di tutti gli incontri, che sono stati descritti a mano a mano, così come riportati nella pagina Diario di lavoro.
Tutti i laboratori nella scuola media sono stati preceduti da seminari di formazione per gli insegnanti.
Forse è superfluo ribadire come diventi sempre più urgente l’ingresso della storia del cinema, dei media audiovisivi, della fotografia e dei loro codici nella scuola e nei corsi universitari (e non solo di discipline dello spettacolo). Le enormi quantità di immagini fisse e in movimento visionabili in rete, impongono ai fruitori lo sviluppo di competenze per la ricerca, contestualizzazione, individuazione della provenienza, analisi di tali fonti e conoscenza della specificità dei loro linguaggi, fondamentali per essere “consumatori culturali” non passivi delle offerte della rete, e sviluppare uno spirito critico sulla società in cui si vive.
È importante quindi formare gli insegnanti e i ragazzi perché sappiano navigare senza perdersi nell’oceano di frammenti che si trovano su piattaforme quali YouTube, in grado di individuare e selezionare le risorse “autorevoli”, certificate, proposte dalle ricche banche dati di istituti culturali che conservano patrimoni audiovisivi e fotografici rilevanti (come l’Istituto luce, l’Amood e molti altri), che li restituiscono con il corredo di metadati necessari per la loro identificazione, provenienza, integrità.
In collaborazione con alcuni archivi audiovisivi e istituti culturali, il progetto ha voluto e vuole stimolare insegnanti e studenti a “guardare” la storia non solo secondo la memoria ufficiale dei manuali e dei libri, ma a scoprirla attraverso punti di vista meno pubblici e più privati. Usare fonti filmiche e fotografiche, a cominciare da quelle famigliari, significa promuovere una didattica fatta di sensibilità e responsabilità nei confronti della comunità in cui si vive o da cui si proviene, valorizzandola anche attraverso iniziative di raccolta di fondi privati.
Si segnala la data di lunedì 28 maggio, alle ore 15, giorno in cui a Napoli saranno presentati il sito e il progetto Sguardi e Storie.
Bel lavoro! Anche qui a Bologna c’era qualcuno che svolgeva un lavoro del genere, non so se lo facciano ancora.
Cosa faranno gli archivisti del futuro con l’enorme mole di immagini che il divismo generalizzato della nostra epoca sta producendo ? … Nel cestino, forse 🙂
Ciao Letizia e buona primavera, posta qualche tua opera :-),
Renzo
Caro Renzo, bentrovato e grazie moltissime. Bologna è molto attiva in queste come altre iniziative nel mondo della scuola.
A presto su altri fronti… Cari saluti