Mi sono chiesta spesso come mostrare e raccontare ai ragazzi ciò che di inenarrabile e incomprensibile, di terribile accade nella storia dell’umanità a causa dell’umanità… In precedenti post, faticosamente, soprattutto per temi relativi alla seconda guerra mondiale, alla shoah, alle persecuzioni di popoli e bambini, ho cercato di segnalare risorse e approcci metodologici on line, per tentare di fornire qualche strumento “didattico” forse/spero utile per elaborare la realtà da parte dei ragazzi, per aiutarli a riflettere, ad evolvere, a conoscere … perché non possa mai loro accadere di trovarsi in certe situazioni dell’anima o della vita.
Una delle ultime lezioni di “fotografia in movimento” di Tano D’Amico, nel corso svolto all’Aamod, nell’ambito della Scuola di cinema documentario Cesare Zavattini, è stata per me particolarmente importante (tutte, in realtà, sono state occasioni per spalancare porte e finestre dell’anima e del cuore, nonché lo sguardo su mondi, vite, situazioni, sulla storia, con modalità inedite, nuove, sorprendenti).

The girl in the photograph with the flower on the wall was a pretty, sweet girl, but very unhappy because she had to spend the winter in bed. You see, it would have been foolish to buy shoes for a little girl when the money was so important for buying food or for buying shoes for those members of the family who could earn money. Her considerate father made paintings of flowers on the wall so that her winter in bed would be more pleasant. And these were the only flowers of her youth. R. Vishniac
Voglio ricordare innanzitutto la lezione in cui ci ha mostrato il lavoro del fotografo Roman Vishniac, che non conoscevo (sigh!). Come dice Tano, ci sono sguardi che restituiscono un mondo e la sua storia, senza ostentarne l’orrore, ma suggerendolo, prima che accada la tragedia. E riescono a farlo con quella dolcezza (“amabilità”) compassionevole, fatta di bellezza sempre, arrivando così diritti al cuore, rivelando in pieno, con commozione e determinazione insieme, quanto è stato, quanto è seguito.
Roman Vishniac ha raccontato con la fotografia, su commissione dell’ente umanitario ebraico American Joint Distribution Committee (JDC) la vita nelle città e nei ghetti degli ebrei europei (soprattutto dell’Est) dal 1935 al 1938! L’arte e la documentazione storica si intrecciano nelle sue opere, ora esposte a New York nella mostra Roman Vishniac Rediscovered, presso l’International Center of Photography (fino a maggio 2013).
L’ICP conserva gli archivi di numerosi fotografi, tra i più importanti del Novecento, tra cui l’archivio di Vishniac, con il suo inventario on line scaricabile in pdf, che raccoglie la documentazione da lui prodotta anche dopo il suo trasferimento in America. Tra le preziose risorse custodite, anche una testimonianza sonora su Albert Einstein, amico da lui fotografato tra gli anni quanta e cinquanta. Sul sito dell’ICP un sottosito è indicato un importante progetto di valorizzazione di tutta l’opera di Roman Vishniac, in futuro consultabile on line, utilissima per lezioni di storia ed umanità, tolleranza e scoperta della diversità.

Teenage girls at the Adass Yisroel Schule, a gender-segregated religious school for Jews living in Germany, Siegmundshof, Tiergarten, Berlin, 1938
Il sito in generale offre ulteriori risorse e informazioni sulla vita di Vishniac, ma anche sulla storia, politica e culturale, generale ed ebraica, europea e americana prima e dopo la seconda guerra mondiale. Fornisce inoltre strumenti quali cronologie, bibliografie, video legati alla vita avventurosa e ricca di esperienze e di esperimenti (era anche uno scienziato), tra cui film di famiglia degli anni venti del Novecento.
Attraverso le immagini di bambini (che, come fa notare Tano, sanno raccontare meglio, nelle immagini che li ritraggono, quel che accade), di anziani, di luoghi, di attività degli ebrei europei in quegli anni, l’emozione della scoperta di un mondo che di lì a poco sparirà atrocemente, si intreccia con una commozione dolce irrefrenabile. Può aiutare questo ad accostarsi alla Shoah? Forse …
Grazie Roman Vishniac e grazie Tano D’Amico!
A seguire ripropongo le schede di analisi e contestualizzazione con cui avviare le attività di laboratorio con i ragazzi sulle fonti fotografiche.
Vi segnalo dopo averlo appena scoperto un post di un paio di anni fa dedicato a Roman Vishniac, in occasione della pubblicazione del volume, “A Vanished world”, con la selezione delle sue fotografie dedicate agli ebrei in Europa negli anni trenta del Novecento. In calce anche il link alla scheda del volume in vendita su Amazon:
http://nonsoloproust.wordpress.com/2010/07/06/un-mondo-scomparso-roman-vishniac/
Toccante…
Bellissima idea…….far rivivere ai bambini e ai ragazzi le emozioni di quel periodo.. attraverso gli sguardi dei loro coetanei, sguardi che raccontano più di ogni parola ,dialogo, monologo, libro o lezione di storia. E non sono solo gli sguardi o le espressioni del viso a parlare, in questo caso anche la postura dei corpi, gli indumenti,i luoghi ecc mostrano con semplicità di comprensione le problematiche igieniche, alimentari, emozionali, psicologiche ecc… che silenziose URLANO da questi ritratti in bianco e nero raccontando ciò che è stato.
Complimenti ,veramente complimenti , io sono soltanto una semplice insegnante della scuola dell’infanzia ma grande sostenitrice dell’importanza delle fonti audio-visive nella didattica e questa lezione di VITA so che rimarrà nel cuore e nella memoria di tutti quegli studenti fortunati che hanno potuto riceverla in dono.
Che splendido commento pieno di suggerimenti e di spunti. Grazie Manuela! Sei un’insegnante in gamba e piena di entusiasmo. Soprattutto aperta :). Cari saluti e auguri per il tuo lavoro!
Cara Letizia, complimenti per il tuo lavoro!
Non riesco ad accedere alla banca dati di cui parli nel tuo post, come riesco ad accedere a partire dal sito che hai indicato?
Grazie mille, Elena
Cara Elena,
è di nuovo tutto consultabile! Evviva.
Ecco i link alla banca dati e alle sue opere fotografiche (ma nel testo dell’articolo ho inserito altri link):
http://vishniac.icp.org/search-the-collection
http://vishniac.icp.org/search-the-collection?field_titleobjtitle_external_value=&field_art_object_identifier_object_number=&field_datebegin_external_int_value%5Bmin%5D=&field_datebegin_external_int_value%5Bmax%5D=&field_combined_locations_for_sea_external_value=&field_medium_external_value=
Cara Elena,
con mio stupore hanno tolto il sottosito dedicato a Vishniac con la banca dati (che fino a qualche giorno fa era accessibile), ma anche con tutte le altre risorse. Sono molto dispiaciuta. Spero sia un fatto momentaneo. Aspetterò un paio di giorni poi invierò una e-mail per avere informazioni. Grazie a te. Cari saluti
Ho trovato una selezione di immagini in un’altra loro banca dati, ma è tutt’altra cosa. Interessante per l’accesso ad immagini anche di altri importanti fotografi della prima metà del Novecento: http://emuseum.icp.org/view/objects/aslist/231/0/primaryMakerAlpha-asc/dateBegin-asc?t:state:flow=acb5f8af-0fe8-4372-aa4a-65891d592d78
Ah, ma che peccato! Speriamo che sia un problema temporaneo, sembrava una risorsa davvero interessante. Grazie anche per quest’ultimo link, una bella carrellata di fotografi importanti!
Ciao, ti ho scritto… 🙂 è di nuovo tutto consultabile! Evviva! Vedi risposta precedente 😉
Bellissimo! Ho fatto appena in tempo a consultare on line la banca dati e il suo archivio. Peccato davvero era una risorsa importante per la didattica e non solo. Speriamo ci ripensino e rimettano tutto sul web! Grazie in ogni caso.
Grazie a te! Speriamo… veramente deludente e poco comunicativo… Prima mettono on line e poi tolgono! Purtroppo si spendono soldi e risorse per costruire percorsi importanti per le scuole e per il pubblico di appassionati di storia, di fotografia, di arte etc. Poi, magari per chissà quali logiche, si preferisce non renderli più accessibili. Il digitale consente una rivoluzione in tal senso … eppure! Davvero bisogna continuare a dire grazie all’archivio dell’Istituto Luce che ha avuto e continua ad avere il coraggio di rendere sempre accessibile on line il suo patrimonio! E grazie anche alla Library of Congress in tal senso. Mi sembrano restino tuttora gli unici al mondo a perseguire con coerenza tale politica culturale (e non solo commerciale).
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Grazie!
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